L’Europa può essere svegliata, ravvivata o salvata?
Oppure, questo continente ‘postcristiano’, ex cuore della cristianità, sarà condannato ad essere invaso dai musulmani e ‘barbari’, dopo la Turchia e l’Africa del Nord?
Quest’ultima opzione è temuta da tante persone influenzate dalle voci populiste nell’arena politica che prevedono la fine dell’Europa tramite la migrazione.
Altri, tuttavia, credono che la fine della storia non è ancora stata scritta. Sono dietro alle nuove iniziative seguenti:
- Awakening Europe (Risvegliare l’Europa) fa appello a chiunque nel mondo intero ha un’eredità cristiana di tornare la prossima estate per partecipare ad un evento di quattro giorni in uno stadio di Rotterdam con dei ‘predicatori potenti’ e dell’evangelismo di strada quotidiano per ‘inondare Rotterdam’, prima di dispiegare delle squadre d’evangelismo in tutto il continente per una settimana ulteriore di missioni in venti nazioni. GODfest Ministries Inc. è il catalizzatore, diretto da Ben Fitzgerald la cui vita cambiò rotta, dal traffico di droga alla proclamazione di Gesù, intorno al 2002.
- Revive Europe (Ravvivare l’Europa) ha l’obiettivo di radunare studenti e laureati a Karlsruhe, tra Natale e Capodanno, per un risveglio personale, collettivo e continentale, basato sulla preghiera del Salmo 85: dacci nuovamente la vita… Dei seminari aiuteranno a preparare gli studenti a coinvolgersi in un campus scettico e secolare. Revive Europe è diretto dalla IFES, in partenariato con numerose reti europee.
- Europe shall be saved (L’Europa sarà salvata) sostiene un’agenda d’evangelismo, d’unità, di preghiera e d’adorazione, anche se sembra, secondo me, un po’ meno concreto sul modo esatto in cui l’obiettivo affermato di raggiungere 100 milioni di europei si compirà. Sul sito web, non è evidente sapere chi è coinvolto, anche se sembra sia carismatico sia pentecostale, e aperto a tutto lo spettro cristiano.
Ogni evento o programma focalizzato sull’Europa cercando di promuovere il vangelo e l’unità merita il nostro sostegno. Tali iniziative incoraggeranno e daranno una visione a giovani evangelisti e missionari potenziali.
Pazienza
Eppure faremmo bene a tener in conto le parole d’avvertimento di Stuart Murray sul ‘sperare e pregare con passione per un risveglio’. Nel suo libro A Vast Minority (Una grande minoranza)(2015), Murray indica che “pregare per un risveglio non aiuterà se speriamo in un ritorno della cristianità o se eludiamo la sfida di imparare a vivere e a prosperare nella post-cristianità.” Il suo libro chiama la chiesa europea a riconoscere che non possiamo tornare nella posizione privilegiata e dominante del passato. Dobbiamo imparare ad adottare la nostra situazione d’esilio in una società secolarizzata, cosiccome Geremia incoraggiò gli ebrei a farlo a Babilonia: sistematevi lì, siate fedeli e cercate il benessere della città.
Concordo. Invertire la tendenza in Europa non si farà soltanto attraverso qualche evento negli stadi, anche se questi sono necessari per incoraggiare e per dare una visione alla generazione successiva. “La pazienza è una delle virtù necessarie per una comunità anteriormente maggioritaria con un’eredità dubitosa lottando per essere credibile da comunità minoritaria”, scrive Murray. Ci vorrà tempo per riguadagnare la fiducia di una società che ha respinto la versione della cristianità della fede cristiana, egli afferma.
Tuttavia, la frase successiva di Murray spinge una domanda in me: “Ci vorrà tanto tempo ancora prima che le società occidentali realizzino quanto le nostre istituzioni sono prive di fondazioni spirituali e morali, la nostra cultura non ha una visione convincente per il futuro, e il relativismo postmoderno è inadeguato per salvaguardare la vita e la dignità umana.”
Domande
Dopo la commemorazione degli eventi di trent’anni fa il mese scorso, quando il comunismo crollò improvvisamente e inopinatamente, mi facevo questa domanda: Dio può ancora fare qualcosa d’inaspettato e repentino? Negli ultimi quattro anni dopo la pubblicazione del libro di Murray, delle voci secolari hanno iniziato ad esprimere la necessità di fondazioni spirituali per la società. Il mese scorso, LifeSiteNews(4.11.19) intitolava: gli atei suonano l’allarme: il declino del cristianesimo danneggia seriamente la società. L’articolo diceva che “siccome il cristianesimo sta sparendo progressivamente dallo specchio retrovisore della nostra civilizzazione, tanti atei intelligenti iniziano a realizzare che l’illuminismo avrà forse avuto successo soltanto perché si appoggiava su una cultura cristiana”.
Douglas Murray (per quanto io ne sappia, nessuna parentela con Stuart Murray), il cui libro ‘la strana morte dell’Europa’, sul quale ho scritto di recente, s’identifica ormai a volte come ‘ateo cristiano’! Si chiede se una società basata sui valori dell’illuminismo sarà persino possibile senza il cristianesimo e se magari saremmo forzati a riconoscere che tornare alla fede è la migliore opzione disponibile per noi.
Misteriosamente, ciò risuona la frase seguente scritta da Stuart Murray, secondo l’ultima citazione qui sopra: “È semplicemente possibile che la ricerca di un nuovo consenso sul quale costruire una cultura durevole dovrà includere uno sguardo nuovo sulla storia cristiana.”
Quindi, tenendo in conto l’avvertimento di Stuart Murray contro le aspettative trionfalistiche e il suo incoraggiamento ad imparare a vivere da minoranze creative come ‘stranieri e sconosciuti’, prepariamoci a rispondere alle domande dei secolaristi delusi che iniziano a domandarsi che cosa la storia cristiana ha da offrire per l’Europa di domani.
Se sei uno studente, Revive Europe sarà un buon inizio! Ci vediamo lì?