Il settimo di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali.
Il motto della Rivoluzione francese, ‘Liberté, égalité, fraternité’ (Libertà, uguaglianza e fratellanza), è scritto oggigiorno sui palazzi ufficiali in tutta la Francia. L’idea popolare è che questi valori sono evoluti dall’Illuminismo, come sancito nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Più di un decennio prima, la Dichiarazione americana d’indipendenza (1776) dichiarava ‘verità per se stessa evidente’ che ‘tutti gli uomini erano creati uguali’. Tuttavia, il filosofo indiano Vishal Mangalwadi chiede se l’uguaglianza è proprio per se stessa evidente, perché l’India induista mantiene un sistema di casta, con i Brahmani in testa e gli Intoccabili in fondo della pila? Se un’evoluzione materialistica ipotizza che gli uomini sono dei fenomeni cosmici, incidenti di ‘sostanze viscide + tempo’, dov’è la base per la dignità ed i diritti?
Per quasi due secoli, la Chiesa cattolica romana considerava i diritti umani come parte di un agenda secolarista, a causa del forte sentimento anticattolico della Rivoluzione francese. Oggi, chiese e gruppi d’azione cristiani si scontrano con gruppi secolari di diritti umani lottando per delle cause in conflitto con le convinzioni cristiane: l’appello alla ‘non discriminazione’ per promuovere il matrimonio omosessuale, o ‘all’autodeterminazione individuale’ per quanto riguarda i ‘diritti’ di richiedere l’eutanasia.
Tuttavia, dopo Vaticano II, la Chiesa cattolica romana ha difeso e promosso la causa dei diritti umani. Infatti, oggigiorno, quasi tutte le denominazioni cristiane sottoscrivono ai principi dei diritti umani: per esempio, nell’ambito dei diritti civili democratici, della libertà religiosa, per l’abolizione delle forme moderne di schiavitù, contro il traffico delle donne nell’industria del sesso e contro la discriminazione dei migranti.
I diritti umani sono considerati universali perché sono tratti dalla nozione di legge naturale, cioè di legge morale scritta nei cuori e nelle menti degli umani. Tuttavia, l’idea che l’Illuminismo abbia preso questa nozione dai filosofi greci e romani è un’immagine incompleta di come i diritti umani hanno visto la luce.
Perché due concetti esclusivamente biblici forniscono le fondamenta necessarie e sufficienti per i diritti umani. La prima è che gli umani sono una creazione deliberata dal Progettista divino, e riflettono in qualche modo la sua immagine, come descritto nel primo capitolo della Bibbia. L’altro, enunciato nel Nuovo Testamento, è che tutti gli umani condividono l’uguaglianza morale, come lo dice Paolo: “In Cristo, non c’è né Giudeo né Greco; non c’è ne maschio ne femmina”.
Ma il seme del Vangelo doveva radicarsi in Europa prima che la nozione di legge naturale e che l’idea dell’unità fondamentale dell’umanità potesse svilupparsi. Paolo associava l’idea di legge naturale alla legge di Mosè: “Gli stranieri adempiono per natura le cose richieste dalla legge” (Romani 1-2). Il monoteismo fondò l’idea dell’umanità come un insieme formato da individui responsabili ed unici, tutti creati nell’immagine di Dio. Questo implicava che tutti erano ugualmente autorizzati agli stessi diritti ed alle stesse libertà. Per i padri fondatori americani, eredi di una lunga tradizione biblica, questa era ‘una verità per se stessa evidente’ – ma non per quegli fuori dalla sfera d’influenza biblica.
Già molto tempo prima delle Rivoluzioni americana e francese, altri parlavano a favore della libertà di coscienza, d’adorazione e di parola con argomenti ispirati dalla Bibbia, compresi Erasmo, Guglielmo d’Orange e Thomas Helwys, fondatore del movimento battista.
I Cristiani ricoprirono un ruolo decisivo mettendo i diritti umani all’ordine del giorno, dopo che le atrocità della Seconda Guerra mondiale ebbero galvanizzato l’opinione mondiale dietro, sia alla Dichiarazione universale dei diritti umani, sia alla Convenzione europea dei diritti umani. Così, Jacques Maritain, Charles Malik, Eleanor Roosevelt (foto sopra), Robert Schuman ed altri protagonisti del Consiglio ecumenico delle Chiese aiutarono a forgiare il contesto moderno dei diritti umani.