Era una settimana europea intensa
Lunedì, Theresa May ha rifiutato di escludere una Brexit senza accordo o di mantenere la Gran Bretagna nell’unione doganiera dell’Unione europea, nella sua ricerca di un modo di tirar fuori la sua nazione dall’Unione.
Martedì, Angela Merkel ed Emmanuel Macron si sono incontrati ad Aquisgrana per firmare un nuovo trattato di cooperazione franco-tedesco, esattamente 56 anni dopo che i loro predecessori, Adenauer e De Gaulle, firmarono il primo trattato del genere.
Mercoledì, mi sono recato a Rzeszow in Polonia per parteciparvi al 12o Forum economico Europa-Ucraina dove, giovedì e venerdì, 600 politici, economisti universitari, dirigenti militari e direttori di piazza affari dell’Europa centrale e dell’Est, hanno dialogato sul posto dell’Ucraina nel futuro dell’Europa.
Sabato, di ritorno in Olanda, ho ascoltato due professori emeriti olandesi sull’integrazione europea interagire con gli ambasciatori della Polonia e della Romania, in un simposio sul posto dell’Europa nel mondo di oggi.
Il mio quaderno ed il mio cervello sono pieni. Ma le mie conclusioni degli eventi della settimana scorsa sono: il cuore del progetto europeo è la riconciliazione. Rimane l’unico modo per l’Europa di andare avanti, e, nonostante l’allarme per quanto riguarda la Brexit, continua di offrire la speranza per le nazioni dei Balcani e dell’est allineandosi per l’adesione.
Questo progetto non è iniziato nel 1963, come certi lettori della stampa di questa settimana, sulla riunione Merkel-Macron, potrebbero aver concluso. Salutata come una tappa di riconciliazione tra questi due nemici abituali, il trattato del 1963 era stato avvicinato dal vecchio generale furbo francese in uno spirito molto diverso da quello della riconciliazione iniziale del 1950 tra il cancelliere Adenauer e Robert Schuman, il ministro francese degli Esteri.
Umiltà
Schuman aveva capito durante la guerra che la pace durevole poteva venire in Europa soltanto se ci fosse una vera riconciliazione tra le due nazioni, le cui geografie e storie le avevano destinate ad un ruolo chiave nel benessere dell’Europa. Anche quando era incarcerato dai Nazisti, aveva passato una lettera in contrabbando ai clandestini francesi affermando che “noi, francesi, dovremo imparare ad amare e a perdonare i tedeschi e a ricostruire l’Europa dopo la guerra”. La sua motivazione umile ed apertamente cristiana era un contrasto netto con quella di De Gaulle, che, si era notato, non poteva mai essere accusato d’umiltà.
Al suo ritorno al potere, l’abbraccio di De Gaulle con Adenauer nel 1963 era basato sulla sfiducia: mantenete i vostri nemici vicino al vostro petto. L’uomo che aveva detto “La Francia, sono io!” pensava pure “L’Europa, sono io!” Egli vedeva il progetto europeo, con il quale era prima opposto, come un istituzione intergovernativa sotto la sua direzione, piuttosto di un vero progetto di riconciliazione, di sovranità condivisa e di trasparenza mutuale, come era la visione originale di Schuman.
Gli organizzatori del forum Europa-Ucraina hanno detto che volevano ‘un contributo spirituale da fuori’, in risposta alla mia protesta della mia incompetenza in economia ed in politica. E quindi, in un dibattito plenario questo giovedì, quando la domanda mi è stata posta, che quanto realistica l’integrazione europea poteva essere incoraggiata, ho iniziato con la storia di Schuman.
Ho spiegato che il cuore della visione originale dell’integrazione europea non era l’economia, ma la riconciliazione. Insisteva che il progetto aveva bisogno di un anima!
Il perdono e l’amore non erano di solito il tipo di linguaggio sentito in questo tipo di forum, ammettevo al pubblico. Tuttavia, il processo di riconciliazione e di sviluppo della fiducia era un capitolo notevole ma dimenticato della storia europea nella quale i tedeschi ed i francesi, gli uomini e le donne, avevano specificamente chiesto perdono per le loro ostilità mutuali.
Senza questa riconciliazione, il progetto europeo sarebbe incagliato sin dall’inizio. Gli europei, iniziando dai francesi ed i tedeschi, avevano bisogno di un cambiamento di cuore. La riconciliazione non era avvenuta automaticamente.
Palude
Purtroppo, questo processo non è mai avvenuto in Europa dell’Est sotto il marxismo, per ragioni evidenti. Quando il comunismo è imploso, gli occidentali si sono affrettati con ogni tipo di consigli sul modo di costruire una democrazia ed il capitalismo, come se provassero a trapiantare dei fiori senza le loro radici.
Ma la palude morale non è mai stata prosciugata. Il perdono, la confessione e la riconciliazione non sono mai stati considerati come importanti, ed erano visti come una debolezza. Eppure, i fondamenti spirituali sono importanti, sia in economia sia in politica. Se falliamo con questo, falliamo nella costruzione della nazione e falliamo nell’integrazione europea, dicevo.
Ma era un approccio realistico all’integrazione europea? Schuman lo credeva, ed ha iniziato il movimento del quale tante nazioni dell’Est e dei Balcani vogliono far parte. Jacques Delors, presidente del Consiglio europeo nel 1992 lo credeva ugualmente. Egli avvertiva: se non troviamo un anima per l’Europa nei dieci prossimi anni, i giochi saranno finiti. Ciò può spiegare il nostro malessere attuale, 27 anni più tardi…
Com’è atterrito il mio messaggio in questi orecchi orientali? Con mia grande sorpresa, hanno spontaneamente applaudito.
Com’era incoraggiante sentire il giorno dopo il Professore Frans Alting von Geusau affermare che l’Europa era un prodotto della riconciliazione, la quale era l’unico modo affinché l’Europa possa andare avanti.