Ho letto la settimana scorsa che una delle cose ‘buone’ della nostra crisi attuale è che non siamo più preoccupati dal cambiamento climatico.
Siamo ormai preoccupati su come sopravvivere agli arresti domiciliari con i nostri bambini e il nostro sposo (la nostra sposa), evitare che nonna muoia in un isolamento spaventoso nella sua casa di riposo, continuare con la routine della scuola a casa, fare la spesa, consolare l’amico il cui parente è stato vittima del virus o rimanere sano mentalmente guardando delle vecchie partite di calcio, dei vecchi gialli o dei vecchi concerti di André Rieu.
Ho imparato qualcosa su come (non) preoccuparsi in un passeggiata mattutina per le strade deserte nel centro di Amsterdam la settimana scorsa. Io e Romkje siamo stati fermati dai fiori nelle strade, nelle fioriere, sui reverberi, sulle scale, sulle case galleggianti, sui rami fioriti, facendo fedelmente ciò perché sono state create: dare colori, bellezza, varietà, ordine, riposo, profumo e un sentimento di meraviglia nei nostro mondi tormentati.
Sono sempre state lì ovviamente, nello sfondo indistinto che si può vagamente notare quando si va in bici o si cammina velocemente verso il nostro prossimo appuntamento. Ma ormai, senza essere distratti dai ciclisti, dalle macchine o dai pedoni, la loro presenza tranquilla e colorata balza fuori.
Sembrano attrarci. Aspettavano che io rallenti abbastanza, apparentemente, per realizzare che avevano qualcosa da dirmi. “Ascolta!” sussurrano tutti. “Non siamo soltanto delle belle decorazioni. Noi, e tutto il creato, abbiamo cose da dirvi, se soltanto ascoltate.”
D’accordo, ascolto.
Semplice
“Ecco! In primo luogo: amiamo la luce! Dobbiamo tutto alla luce. Senza luce, non possiamo crescere. È semplice, anche per noi, fiori senza cervello. Perché gli uomini amano le tenebre? Perché voi, umani, pensate che non avete bisogno della luce, che potete decidere secondo le vostre regole? Pensate a questo: cosa non va con voi, umani? Amate la luce! Ricevete tutto ciò che potete!”
“Mentre ognuno di noi arrampica verso la luce, puntiamo verso il Genio Creatore dietro alla nostra esistenza. È sempre qui, sempre qui, sempre guardando, sempre presente, sempre sopportando. È Signor Sostenibilità! Ha inventato tutta la verdura, tutti i colori dell’arcobaleno, e ben oltre quel che potete immaginare. Ognuno di noi è un segno di trascendenza, un testimone silenzioso di un’immagine più grande, provocando la questione: da dove viene la bellezza? Perché una bellezza come la nostra esiste se tutto è soltanto un’incidente aleatorio di sostanza viscosa più tempo?”
“Noi, fiori, arricchiamo la vita umana. Eleviamo gli spiriti umani. Nel più profondo di voi, lo sapete tutti ma non potete spiegarlo. Portiamo la consolazione nei funerali e la gioia nelle feste. ‘Ditelo con i fiori!’ voi dite.”
“Ognuno di noi è unico. Siamo di tipi e di colori diversi: rose, tulipani, crochi, narcisi, garofani, azalee, crisantemi, dalie, ciclamini, orchidee, iridi, gerani, e ben oltre ancora. Ma come voi, umani, siamo creati con individualità, da un Creatore personale.”
Nessun’altro posto
“In qualità di fiori, siamo unici in un altro modo, come gli umani. Esistiamo in nessun’altro posto in questo enorme cosmo. Siamo rare decorazioni cosmiche. Fortunata coincidenza? I vostri scienziati pensano che il pianeta più vicino simile alla terra, dove la vita come la conosciamo potrebbe essere appena possibile, dove l’acqua potrebbe magariesistere in forma liquida come nel canale della foto dietro di noi, si trova soltanto a 22 anni luce: molto rassicurante! Nonostante le fiabe di Star Wars e di Star Trek, la realtà pratica è che tutta la vita come la conosciamo esiste da nessuna parte se non in questa scheggia finissima d’atmosfera, sottile come la carta, avvolgendo il nostro pianeta. Meditateci su durante questo confinamento.”
“Noi, fiori, abbiamo bisogno di radici. Tagliati da queste, siamo condannati, anche se la nostra bellezza perdura per qualche giorno. Le radici sono la nostra fonte di vita. Da dov’è venuta questa vita in primo luogo? E come continua a risorgere, primavera dopo primavera? Non possiamo reinventarci, o concepire i nostri futuri. È strano che voi, professori intelligenti, non capiate questo. Per noi, la vita è ben più breve di voi. Che questa crisi vi faccia meditare sulla vita e sulla morte, su ciò che è davvero prezioso. Che i cieli più chiari e l’aria più pura, in questa chiusura, ispiri il cambiamento nello stile di vita di ognuno.”
“Possiate ascoltarci, ascoltare il resto del creato, e le parole del Creatore incarnato, senza chi niente di fatto sarebbe stato fatto.”
Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste in questa maniera l’erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi o uomini di poca fede? Non siate dunque in ansietà… il domani si prenderà cura per conto suo. Gesù in Matteo 6.
I miei occhi si sono inumiditi di lacrime. Questi fuori mi parlano davvero.