Il quattordicesimo di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali.
Tante persone considerano che il principio di separazione della chiesa e dello stato presuppone che la religione non ha spazio nella politica moderna. La democrazia, così si dice, proviene dai Greci; e pertanto, chi ha bisogno della religione in politica?
Tuttavia, le ideologie politiche sono religiose per natura. Esprimono credi sulla natura della realtà, dell’umanità e della società. Sono basate su idee d’autorità e di potere. Il conservatorismo, il socialismo, il comunismo, il liberalismo, il fascismo o il nazionalismo sono ideologie che rispecchiano la fede nelle soluzioni per un mondo migliore.
Quali concetti religiosi hanno principalmente formato la politica occidentale? La parola ‘democrazia’ ha radici greche, ma è davvero possibile rintracciare una linea diretta d’Atene fino a Bruxelles, o fino a Londra, Parigi o Washington?
Nel bene e nel male, la Bibbia è stata di gran lunga la fonte più grande d’idee che ha modellato il pensiero politico e governativo in Europa sin dall’ultimo periodo dell’Impero romano fino ai tempi moderni.
Da Costantino fino ad Enrico VIII e dopo, la Bibbia era la fonte d’autorità sulla quale le forme governative furono legittimate; siano tiranniche o autoritarie, oppure democratiche ed egualitarie.
Dalla comparsa della Cristianità, la relazione tra il trono e l’altare, tra l’imperatore ed il papa, o tra il re ed il cardinale, era una relazione di tensione e di competizione. Nessun campo ha mai gioito del monopolio completo. Quale ruolo le autorità religiose hanno avuto nel legittimare il trono? La Bibbia dipinge i re dell’Antico Testamento come unti con autorità ed approvazione divina: Samuele con Davide, e Tsadok con Salomone. (L’inno Zadok the Priest di Händel è stato usato per ogni incoronazione britannica sin da Giorgio II nel 1727).
Anche il Nuovo Testamento sembrava appoggiare le potenze regnanti. Paolo istruiva i Romani nel capitolo 13: non vi è autorità se non da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna.
dall’inizio del Medioevo tuttavia, l’ultima parola per la legittimità del sovrano spettava al capo spirituale. Bonifazio aveva detto al re di Mercia che “non era il suo merito personale ma l’abbondante bontà di Dio chelonominò re e sovrano su tante persone.” I re ed i sovrani avevano delle responsabilità di fronte a Dio. Dovevano dirigere con giustizia, proteggere il loro popolo, valorizzare la vita, proteggere i deboli e difendere la chiesa.
Nel tempo, questo portò alla conclusione “che nessun’uomo poteva autoproclamarsi re, perché il popolo aveva la scelta di scegliere il re che desiderava”, come era già predicato alla fine del primo millennio. Pertanto, la Bibbia offriva sia la legittimità sia le limitazioni al trono in ciò che era ancora una società feudale con un ordine sociale, dal re al contadino, ‘istituito da Dio’.
Mentre la Riforma esplose nel Cinquecento in Europa, e mentre la Bibbia era tradotta nelle lingue dei popoli europei, questo libro divento uno strumento d’insurrezione – esattamente come lo aveva temuto la chiesa conservativa. Dei traduttori della Bibbia, quali Erasmo, Lutero e Tyndale, volevano rendere disponibile la Parola di Dio “all’aratore ed alla prostituta” da un lato, ma predicando comunque l’ubbidienza alle autorità regnanti dall’altro. Con i loro amici traduttori della Bibbia e riformatori, avevano comunque liberato le forze della democrazia spirituale. La Bibbia era per tutti, e questo aveva implicazioni democratiche profonde.
A Ginevra, Giovanni Calvino sviluppò un pensiero riformatore con delle conseguenze rivoluzionarie. Trockij, un compagno rivoluzionario di Lenin, considerava Calvino come una delle due personalità più rivoluzionarie nella storia occidentale, alla pari con Marx. In base a 1 Samuele 8, Calvino insegnava sui pericoli della monarchia, sul bisogno d’un governo limitato, e che l’autorità reale era legata alle condizioni dell’alleanza con Dio. Il modello di Mosè, di anziani eletti dal popolo (Esodo 18), ispirò sia un governo di chiesa di anziani eletti sia un governo civile di rappresentanti eletti. Calvino introdusse la separazione dei poteri nel governo locale, precedendo così la dottrina di Montesquieu di due secoli. Insegnava che persino i migliori dirigenti dovevano essere responsabili ed avevano bisogno di correzione mutuale.
Le idee ispirate dalla Bibbia si sparsero da Ginevra verso le provincie olandesi, appoggiando la ribellione contro gli Spagnoli e la formazione della Repubblica olandese; verso la Scozia dove John Knox diresse la Riforma presbiteriana; verso l’Inghilterra dove il governo parlamentare emerse; verso le colonie americane che si liberarono da una ‘tirannia monarchica’ per stabilire una repubblica democratica costruita sulla religione cristiana, come osservava Alexis de Tocqueville nel secolo successivo.
Gli argomenti sostenenti che le libertà democratiche dovevano prima di tutto emanciparsi dal Cristianesimo sono contrastati da ricerche recenti che dimostrano l’influenza pervasiva delle missioni protestanti sulla crescita di una democrazia stabile in tutto il mondo: attraverso l’espansione della libertà di religione, dell’educazione di massa, della stampa di massa, dei giornali, delle organizzazioni volontarie e delle riforme coloniali (vedi The Missionary Roots of Liberal Democracy, Robert Woodberry).
Inoltre, la Bibbia inspirò direttamente la ripartenza dell’Europa del dopoguerra, attraverso il perdono e la riconciliazione. Il progetto europeo fu infatti concepito da uomini come Schuman ed Adenauer, incarnando gli insegnamenti di Gesù di amare Dio, il prossimo ed il nemico.