Il decimo di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali.
Quando un ambulanza, con le sirene a tutto volume e le luci sfavillanti, guida a tutta fretta per le strade, ‘la decenza comune’ ferma tutto il traffico e fa spazio a questo veicolo con una missione d’urgenza.
Eppure la cura e la compassione non sono sempre state le risposte ovvie alla sofferenza. La fede nel karma, per esempio, ostacolava l’intervento per chiunque soffriva, perché posticipava semplicemente la sofferenza ad una vita futura. La malattia significava debolezza umana nelle società greche e romane. Seneca, il filosofo romano, scrisse: ‘anneghiamo i bambini nati deboli o anomali’. I Romani fuggivano dalle epidemie, lasciando i malati morire in solitudine.
Le Scritture ebraiche, però, descrivevano tanti esempi di Dio che guariva i malati, come quando Mosè tenne il serpente su un bastone nel deserto (Numeri 21:9). Contenevano inoltre delle direttive per una vita sana, ed una promessa di salvare Israele dalle malattie che affliggevano gli Egiziani: “Io sono il Signore, colui che ti guarisce” (Esodo 15:26).
Gli insegnamenti e le azioni di Gesù andavano persino più avanti, introducendo una rivoluzione nel pensiero della sanità. Amate i vostri nemici, egli insegnava. La sua storia del Buon Samaritano fece della cura e della compassione una questione universale, non solo per quelli di affinità familiare, religiosa o nazionale.
Oggi, la croce è il simbolo usato sulle mappe, sulle segnaletiche e sui veicoli per indicare gli ospedali e l’assistenza medicale di tutti i tipi. Tuttavia, la croce era uno strumento romano crudele, di tortura e di morte fino a quando la crocefissione di Gesù la trasformò in un segno di guarigione e di speranza.
Questa fu la svolta nella storia della sanità. La guarigione andava di pari passo con la predicazione del vangelo. Naufragato sull’isola di Malta, Paolo guarì tanti malati con la preghiera. Oggi, I Maltesi riferiscono a questo evento la loro conversione al Cristianesimo.
Nelle sue lettere, Pietro e Paolo sottolinearono entrambi che il popolo di Dio doveva rispecchiare il carattere di Dio, essendo ospitale, accogliente, specialmente nei confronti dei stranieri; gli anziani in particolare dovevano essere conosciuti per la loro ospitalità. Le nostre parole per ‘ospitalità’, ‘ostello’, ‘ospizio’, e ‘hotel’ provengono tutte dalla stessa parola latina, hospitale, la quale deriva da hospes, ospite, cioè colui che da l’ospitalità.
In Matteo 25, Gesù faceva l’elenco delle ‘opere di misericordia’: prendere cura dei malati, vestire i nudi, temprare la sete, nutrire gli affamati, alloggiare i senzatetto e visitare i detenuti. Questo elenco ha fortemente influenzato l’opera cristiana attraverso i secoli.
Dionisio, un vescovo del 3° secolo, descriveva come i Cristiani “visitavano i malati senza pensiero per il proprio pericolo,… attirando su di loro le malattie dei loro prossimi e prendendo volentieri sulle loro spalle il carico delle sofferenze intorno a loro”.
Anche se certe infrastrutture sembrano essere esistite per i soldati romani feriti, gli ospedali dove i malati erano trattati e curati furono istituzionalizzati soltanto dopo il Concilio di Nicea nel 325. I delegati convennero di stabilire degli ospizi in ogni città con cattedrale.
A Basile di Cesarea, in Cappadocia (Turchia), è attribuita la costruzione del primo ospedale (nosocomium) esclusivamente per la cura dei malati, nel 369. Altri seguirono a Roma ed a Costantinopoli. Le infermerie diventarono una parte regolare dei monasteri mentre si diffondevano in tutto l’ex Impero romano. Queste furono le prime istituzioni di beneficienza al mondo.
Il più vecchio ospedale in attività nel mondo è l’Hôtel-Dieu a Parigi, istituito dal Vescovo Landerico nel 651 D.C… Costruito sull’Île de la Cité, vicino a Notre-Dame, era l’unico ospedale di Parigi fino al Rinascimento.
L’Imperatore Carlo Magno sostenne la costruzione degli ospedali attraverso Il Sacro Romano Impero. Più tardi, nel corso delle Crociate, i Cavalieri di San Giovanni erano un ordine militare nominato per difendere e curare i pellegrini in Terra Santa. Gestivano l’ospedale a Gerusalemme nel 11° secolo, e fu conosciuto come i Cavalieri Ospitalieri. Dopo la riconquista di Gerusalemme dai Musulmani, si traslocarono finalmente a Malta, e diventarono i Cavalieri di Malta, stabilendo forse l’ospedale più avanzato al mondo, la Sacra Infermeria, dove fino a 914 pazienti di ogni fede, cristiana, musulmana ed altre, erano trattati.
La carità cristiana ispirò lo sviluppo, sia dell’infermeria, sia della cura delle persone sofferenti di turbe psichiche. Le suore agostiniane diventarono il più vecchio ordine di suore infermiere nel 13° secolo, il termine ‘suora’ essendo ancora d’uso per le infermiere femmine.
Dopo la Riforma, gli ordini di diaconesse si svilupparono. Uno di questi, fondato da Theodor Fliedner a Kaiserswerth in Germania, ispirò tanti altri in Europa, compresa Florence Nightingale, una giovane Cristiana britannica che visitò la sua casa ed il suo ospedale di diaconesse prima di donarsi alla cura per i feriti della Guerra di Crimea. Al suo ritorno a Londra, accolta da eroe, istituì una scuola d’infermiere al St Thomas Hospital (Ospedale San Tommaso).
Anche lui atterrito dalle sofferenze sul campo di battaglia, l’imprenditore Cristiano svizzero Henri Dunant istituì la Croce Rossa nel 1864, e ricevette il primo Premio Nobel della Pace nel 1901.
Il messaggio d’amore universale di Dio per l’umanità, espresso in Gesù, è stato chiaramente la fonte per la propagazione mondiale della sanità e dell’ospitalità, le quali sono spesso troppo facilmente scontate oggigiorno.