Un inno ispirato

Gennaio 27, 2020

La fase eliminatoria della Champions League tra le ultime sedici squadre sarà riavviata soltanto fra tre settimane. Eppure le alte note del coro dell’inno famoso per ogni tifoso di calcio risuonavano nel salone Upper Room ad Amsterdam mentre abbozzavamo una ‘visione panoramica dell’Antico Testamento’ nella nostra sessione Bible for Dummies (la Bibbia per Negati) la settimana scorsa, con l’obiettivo di mostrare quanto la Bibbia ha plasmato la nostra cultura.

Quindi, cosa c’entra questo famoso inno con l’Antico Testamento?

Il compositore inglese Tony Britten fu ordinato dalla UEFA di produrre una canzone sigla con il senso importante dell’occasione di scontro di campioni. “L’idea della Champions League era di rendere il gioco di nuovo bello e la musica doveva rispecchiare questa qualità,” spiega Britten in questo video UEFA a proposito dell’inno.

La strumentazione maestosa e gli scoppi intensi del coro creano l’attesa delle lotte poderose che saranno osservate nelle grandi cattedrali di calcio d’Europa. L’ispirazione diretta di Britten fu la musica reale chiamata Zadok the Priest, eseguita nelle incoronazioni dei monarchi britannici sin dal 1727 quando Giorgio II di Hannover fu coronato Re di Gran Bretagna e d’Irlanda. La musica dell’incoronazione fu composta dal connazionale tedesco del re, il compositore del Messia Georg Friedrich Händel.

(Dovrei un giorno scrivere un pensiero della settimana sul modo in cui i Tedeschi conquistarono la Gran Bretagna, iniziando dalle invasioni degli Angli e dei Sassoni, passando dalla storia del nome d’un principe tedesco medio Georg Ludwig, elettore di Hannover, (il padre di Giorgio II), che non poteva parlare una parola d’inglese nel 1714 quando diventò Giorgio I, re del Regno Unito, e i cui discendenti siedono tuttora sul trono britannico; e dai principi del Galles che per generazioni, da eredi del trono, ricevettero delle spose tedesche affinché il tedesco sia la lingua materna di tutti i bambini regali; e dalla Regina Vittoria che, irritò il suo gabinetto perché parlava tedesco al suo Principe consorte; oppure da Giorgio V, la cui madre, moglie e cugino (il Kaiser) erano tutti Tedeschi; e come il nome della famiglia reale di Sassonia-Coburgo-Gotha fu diplomaticamente cambiato in Windsor, la principessa Elisabetta (Windsor) adottando il nome Moutbatten-Windsor dopo aver sposato Filippo, il principe di Grecia e di Danimarca, la cui madre era una Battenberg (anglicizzato più tardi in Mountbatten), e il cui padre era un Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg: tutto questo è molto imbarazzante quando uno è in guerra contro i Tedeschi… o quando prova ad uscire dall’Europa. Ma sto divagando.)

Torniamo a Händel e a Zadok the Priest. Sebbene la partitura musicale dell’incoronazione di Giorgio era originale, il testo, arrangiato su altre musiche, fu usato in ogni incoronazione inglese (e più tardi britannica) da quando Edgardo fu incoronato re all’Abbazia di Bath nel 973.

E torniamo finalmente qui alla connessione con l’Antico Testamento, perché il testo è basato sui capitoli d’apertura di I Re, versetti 39 e 40:

Il sacerdote Sadoc e il profeta Natan unsero Salomone re.

E tutto il popolo esultò e disse,

Dio salvi il re! Viva il re! Che il re vivi per sempre!

Amen! Amen! Alleluia! Alleluia!

(guardate qui.)

Mentre leggiamo il resoconto biblico, abbiamo l’impressione che si trattava di un affare disperato, d’ultimo minuto, niente di ciò che potremmo aspettarci per un’incoronazione inglese, coreografata e precisamente cronometrata. Natan il profeta scopre il piano di Adonia, il fratello di Absalom, di rivendicare il trono promesso a Salomone. Natan corre da Bat-Sceba per esortarla di dire a Davide cosa si sta tramando. Il vecchio e malato Davide incarica Natan e Bat-Sceba di montare Salomone sul suo mulo, di portarlo in un luogo designato dove il sacerdote Sadoc e Natan dovevano ungerlo re con olio. Leggete la storia completa in 1 Re capitolo 1.

Nonostante l’avvertimento anteriore di Samuele ad Israele di non seguire le altre nazioni scegliendo un monarco, il regno di Salomone diventa il culmine dell’Antico Testamento e l’apice delle fortune d’Israele. Da lì in poi, le cose peggioreranno fino all’esilio.

La tradizione britannica vecchia d’un millennio è stata costruita su questo scenario biblico, dandolo un’aura di approvazione divina, con una scenografia di cattedrali e di cerimonia, di arcivescovi, di vescovi e di cori con splendide vesti, delle corone tempestate di gioielli e coperte di croci, e delle grandi folle guardando lungo la processione di guardie montate e di carrozze guidate da cavalli. Trasmette autorità, grandiosità, ricchezze, potere e gloria.

Ed è quel che Tony Britten voleva catturare. Musicalmente se ne avvicina. Ma quando leggete le parole nelle tre lingue ufficiali della UEFA, in francese, tedesco e inglese, insomma… cosa ne pensate?

Sono le squadre migliori/Sono le squadre migliori/L’evento principale/I maestri/I migliori/Le grandi squadre/I campioni/Un grande raduno/Un grande evento sportivo

No, non si avvicina per niente alla sua fonte d’ispirazione biblica.

Nelle prossime sessioni di Bible for Dummies, esploreremo altri esempi dell’influenza onnipresente di questo libro notevole sulla nostra cultura e sulla nostra società.




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