L’epilogo di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali.
Che importa se la Bibbia è stata cosi influente nella formazione del pensiero della cultura dell’Europa nel passato? Cosa c’entra con l’Europa di oggi e di domani? Non potremmo semplicemente decidere il nostro futuro, iniziando, per così dire, con una pagina bianca?
Se c’è una qualsiasi verità nell’argomento che abbiamo sviluppato in questi capitoli – che questa tradizione biblica era stata l’anima, la sorgente di vita, l’ispirazione centrale, il sistema di base della nostra cultura – allora dobbiamo domandarci: cosa succede ad una cultura o una civilizzazione quando perde la sua anima? Una casa può stare in piedi senza fondamenta? O un albero senza radici? Possiamo ignorare la sorgente della nostra cultura senza soffrirne le conseguenze?
Perché, paradossalmente, l’Europa è diventata il continente più formato sia dalla Bibbia sia dal rigetto della Bibbia.
Ovviamente, la Bibbia non è stata l’unica influenza sulla cultura d’Europa. Le culture greche, romane, germaniche, slave, nordiche, celte, arabe ed islamiche hanno tutte portato dei contributi significativi. Tuttavia, in questi capitoli, abbiamo argomentato che due elementi essenziali hanno permesso alla tradizione giudeo-cristiana d’integrare queste altre influenze nella cultura europea emergente: in primo luogo, l’idea che ogni persona è stata creata ad immagine di Dio e quindi ha una dignità ed una santità; in secondo luogo, il concetto dell’uguaglianza morale, che siamo tutti uguali di fronte a Dio, è stato essenziale nella creazione di una società egualitaria e democratica.
Lord Jonathan Sacks, ex Rabbino capo del Commonwealth britannico, avverte che “se l’Europa dovesse perdere la sua eredità giudeo-cristiana che diede la sua identità storica ed i suoi più grandi raggiungimenti nella letteratura, l’arte, la musica, l’educazione, la politica e l’economia, perderà la sua identità e la sua grandezza, non immediatamente, ma prima che questo secolo arrivi alla sua fine.”
“Perché se una civilizzazione perde la sua fede”, egli continua, “perde il suo futuro. Quando ritrova la sua fede, ritrova il suo futuro.”
Già nel 1948, il poeta angloamericano e Premio Nobel di Letteratura, T.S. Eliot, osservava che “è nel Cristianesimo che le nostre arti si sono sviluppate; è nel Cristianesimo che le leggi che l’Europa ha – finoa poco fa – si sono radicate. E con questo sfondo di Cristianesimo che tutto il nostro pensiero ha una rilevanza. Non credo che la cultura europea potrebbe sopravvivere alla scomparsa completa della fede cristiana. Se il Cristianesimo se ne va, tutta la nostra cultura se ne va. Dovrete allora ancora ricominciare dolorosamente, e non potrete far funzionare una nuova cultura tutta pronta. Dovrete aspettare che l’erba cresca per nutrire le pecore, per dare la lana con la quale il vostro nuovo mantello sarà fatto. Dovrete passare attraverso tanti secoli di barbarie. Non potremmo neanche vivere per vedere la nuova cultura, neanche i nipoti dei nostri pronipoti: e se potessimo, nessuno di noi sarebbe felice.”
La posta in gioco è alta oggi.
Ma c’è speranza. Cosiccome dice Lord Sacks, “quando una civilizzazione ritrova la sua fede, ritrova il suo futuro.” Erasmo diceva a suo tempo: Ad fontes!, “torniamo alla fonte” – e spiegava che per ‘fonte’, intendeva gli insegnamenti dei vangeli e delle lettere del Nuovo Testamento e dei padri della chiesa primitiva.
In un epoca in cui la verità sembra essere dimenticata di fronte alle notizie fasulle e ad una falsa comprensione della libertà come se avessimo il diritto di fare ciò che vogliamo, affermiamo che la verità è importante; e che c’è una narrativa che offre un obiettivo, un senso ed una direzione per le singole persone cosiccome per le comunità ed i popoli.
Questa narrativa si focalizza su una persona che la Bibbia identifica come la verità in persona: Gesù di Nazareth. Decidere ciò che facciamo di lui può essere il punto di partenza per ritrovare il nostro futuro. Leggere la versione di Giovanni della Buona Notizia è un buon posto da cui cominciare. Perché Giovanni vi incolla una successione di storie sulle dichiarazioni stravaganti ed i suoi atti sorprendenti e documenta le risposte del suo pubblico attonito. Certi pensavano che era pazzo, posseduto. Altri pensavano che era cattivo, un ingannatore. Tuttavia, altre persone riconoscevano che non era una persona comune, e si domandavano: “potrebbe lui essere il messia promesso?”
Lui è la persona la cui storia è stata la più grande influenza nella storia dell’Europa. Non è infatti una persona comune. Noi faremmo bene a seguire il consiglio d’Erasmo e a leggere la storia di Gesù per poter decidere per noi stessi.