Questo mese di novembre segnerà i trent’anni del crollo del Muro di Berlino, sciogliendo il comunismo in Europa orientale e centrale, e accelerando la fine dell’Unione sovietica. Tutta una generazione è nata e cresciuta sin da allora, senza aver alcun ricordo di questi eventi.
Quelli di noi che si ricordano della catena di rivoluzioni popolare, paese dopo paese, si ricorderanno pure del sentimento euforico di essere testimoni della fine d’un sistema del quale avevamo pensato di dover durare nei secoli dei secoli, amen! Anche se avevamo forse pregato per la fine dell’oppressione e della persecuzione della Chiesa nel mondo comunista, ci siamo ritrovati come la Chiesa di Gerusalemme che, mentre pregava per la liberazione di Pietro dalla prigione, non poteva credere la serva quando diceva che Pietro era effettivamente davanti alla porta!
Che cos’è che ha causato la grande implosione d’un sistema che aveva preso il controllo della maggioranza dell’Eurasia, della Germania dell’Est fino alla Cina, dominando con un pugno di ferro e cercando di sradicare la religione, in particolare il cristianesimo? Certi dicevano che Gorbaciov, Reagan e Thatcher erano stati degli attori chiavi. Altri avevano guardato all’impatto diplomatico dell’Atto finale di Helsinki del 1975 e la Charta 77 che seguì. Altri ancora sostenevano che il crollo era inevitabile, considerando il ritardo tecnologico e manageriale delle economie pianificate: era una questione di ‘modernizzazione ritardata’. Altri, come Francis Fukuyama, rivendicavano che l’Occidente aveva vinto perché era ‘dal lato giusto della storia’, privilegiando un potere decisionale decentralizzato nell’economia di mercato ed in politica (la democrazia).
Anche se ognuno di questi fattori avrà giocato un ruolo importante, nessuno di questi spiega davvero perché era in quel momento particolare che questa rivoluzione dello spirito umano fu capace di trionfare. Vari scrittori dell’epoca segnalavano che le interpretazioni secolari, ignorando la realtà del male, non avevano la comprensione della rivoluzione spirituale più profonda necessaria per sfidare il marxismo-leninismo come dottrina e come etica. L’essenza del comunismo era la sua rivendicazione dell’onniscienza e dell’onnipotenza umana, come lo diceva George Weigel, con una speranza millenaria di stabilire il cielo sulla terra e di offrire la salvezza in un movimento politico. Quest’ideologia utopica doveva essere confrontata con la verità spirituale, non semplicemente con una politica secolare che aveva dimenticato i suoi presupposti morali.
Weigel (L’ultima rivoluzione), Michael Bordeaux (Gorbachev, Glasnost and the Gospel – Gorbaciov, Glasnost ed il Vangelo) et Barbara von der Heydt (Candles behind the Wall – Candele dietro al Muro) facevano parte di quelli che avevano indicato le radici spirituali della rivoluzione piacevole che ha rovesciato il comunismo, ed il ruolo chiave delle chiese.
Nelle prossime settimane, racconteremo alcune di queste storie che rivelano la dimensione spirituale di questi mesi ed anni memorabili. Ne abbiamo già raccontato alcune nei pensieri della settimana ma devono essere ripetute fino a quando saranno integrate nella nostra coscienza collettiva.
L’elezione d’un papa che aveva personalmente vissuto il comunismo, e la cui allocuzione inaugurale nel 1978 trasportò il messaggio ‘Non temere!’ al mondo comunista, era in se sufficiente per seminare la paura nei cuori dei dirigenti comunisti, il cui sistema completo era costruito sulla politica della paura.
Quando il drammaturgo ceco Vaclav Havel fece appello ad una ‘politica di verità’ ed esortò i suoi concittadini a ‘non vivere nella menzogna’, ispirò un movimento di resistenza contro un edificio di falsità prima che Gorbaciov, Reagan e Thatcher entrassero in scena mondiale.
Sono storie che scopriremo nelle prossime settimane, iniziando con la storia incredibile del picnic paneuropeo che fu organizzato al confine tra l’Austria e l’Ungheria esattamente trent’anni fa la settimana prossima.
Rintracceremo la crescita del movimento Solidarnosc in Polonia sotto la responsabilità di Lech Walesa, che, in un giorno di maggio 1981, a mio grande stupore, entrò in una sala da ristorante d’un albergo di Varsavia per fare colazione in una tavola affianco alla mia!
La storia della collina delle croci in Lituania è ancora un’altra storia rivelando la resistenza dello spirito umano contro l’oppressione atea; cosiccome la Rivoluzione cantata in Estonia e la Catena baltica; la catena umana formata attraverso gli stati baltici, nel cinquantesimo anniversario del patto Molotov-Ribbentrop tra la Germania nazista e l’Unione sovietica di Stalin, il 23 agosto 1989, esattamente trent’anni fa la settimana prossima.
Il movimento di Preghiera per la Pace nella Chiesa San Nicola di Lipsia (dove J.S. Bach era una volta direttore del coro) è ancora un altro esempio del modo in cui le potenze dolci della pace, della verità e della preghiera potevano superare la violenza e le menzogne.
La Rivoluzione popolare in Romania iniziò a Timisoara quando la congregazione d’un pastore riformato formò un circolo protettore intorno alla sua casa per impedire il suo arresto, un’azione che gonfiò in una rivolta attraverso la città contro le autorità, e culminò con una folla di migliaia di persone inginocchiandosi sulla piazza ghiacciata della città cantando ‘Dio esiste! Dio esiste!’
Quindi, alla settimana prossima…