Il quarto di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali. Il primo capitolo suggeriva che la Bibbia è la chiave per capire l’Europa. Il secondo e terzo capitolo esploravano l’influenza della Bibbia rispettivamente sull’arte e la musica occidentale, e sull’architettura e la concettualizzazione. Le vostre opinioni sono benvenute.
Svolgendosi nel Giardino dell’Eden, l’inizio dei capitoli di Genesi documenta le prime istruzioni di Dio agli esseri umani, cioè di moltiplicarsi, di essere fecondi e di prendere cura della terra.
L’incarico di mettere ordine nel caos, di nutrire la fecondità e la produttività, faceva parte del ‘mandato della creazione’ dato alla razza umana, ben prima della disubbidienza a Dio di Adamo ed Eva.
Tuttavia, la loro dolosa ribellione li alienò dal loro Creatore, dall’altro e dal loro ambiente. In qualche modo, colpì tutto il creato. Dio disse ad Adamo: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto.” (Genesi 3:17-19)
L’agricoltura ed il giardinaggio continuano nel quadro generale della storia biblica, dei patriarchi con grandi greggi, delle tribù stabilendosi nella Terra Promessa, allevando mandrie e producendo raccolte, e dei profeti che predissero correnti d’acqua nel deserto, terre inaridite diventando frutteti, deserti fiorendo come la rosa ed alberi sempreverdi, olmi e cipressi trionfando dalle terre incolte. Gesù spiegò le verità spirituali con delle storie sulle terre, sui seminatori, sui vigneti e sulle pecore.
Questa visione biblica di trasformare il caos in ordine e la sterilità in fecondità stimolò le comunità monastiche che si sparsero in Europa dai deserti egiziani. I monasteri diventarono gli elementi portanti del nuovo ordine emergendo dal crollo del Impero romano. Dall’Irlanda fino all’Armenia, queste comunità svilupparono un ritmo quotidiano di preghiera e lavoro, ora et labora. Il deserto fu trasformato in terra coltivabile, mentre i monaci costruivano delle dighe, prosciugavano le paludi e insegnavano le competenze agricole ai contadini locali, in ubbidienza al mandato della creazione di Dio. I monaci coltivavano i vigneti per il vino ed il luppolo per la birra, attività tuttora collegate con i monasteri.
I monasteri svilupparono vari tipi di giardini. Il giardino del chiostro era un giardino quadrato nel cuore del monastero, circondato dai chiostri. Il giardino del sacrestano produceva dei fiori per l’altare, a volte rispecchiando il paradiso, all’estremità dell’altare della chiesa del monastero, un luogo di bellezza ricordando il Giardino dell’Eden ormai perso. Tanti monasteri avevano anche degli orti e dei giardini d’erbe medicinali. Un celebre giardino medicinale era nutrito dalla Badessa Ildegarda di Bingen, sulle rive del fiume Reno. Lei considerava le erbe, le spezie, ed i cibi come doni di Dio per mantenere gli umani sani e pacifici.
I giardini elaborati diventeranno legati più tardi ai castelli ed alle regge. In tempi più recenti, i giardini si svilupparono in luoghi comuni nelle città, affinché tutti possano gioirne, come luoghi di bellezza, di riposo e di svago. Il giardinaggio e l’agricoltura sono delle attività uniche agli umani, rispecchiando l’immagine del Creatore ed esprimendo il mandato biblico di prendere cura del nostro pianeta.