Ho letto il libro Political Visions and Illusions (Visioni ed illusioni politiche) da David Koyzis (IVP 2003) per preparare una consultazione della Youth with a Mission sul governo di cui ho scritto la settimana scorsa. Ho promesso di scompattare certe perspettive dell’autore per quanto riguarda le ideologie politiche attuali, e di guardare brevemente a due modelli storici cristiani per l’azione politica.
Le ideologie scorrono da un impegno religioso di una persona o di una comunità, afferma Koyzis. Gli umani sono delle creature che adorano, anche se tutti gli umani non lo ammetteranno. Un ateo rinnega la fede in Dio ma può infatti adorare la razionalità, le prodezze artistiche o la potenza militare come dio. Un certo aspetto del creato di Dio soppone un ruolo idolatrico sopra ogni altro aspetto.
Come lo suggerivo la settimana scorsa, questo è vero per il liberalismo ed il suo dio di libertà individuali massime, per il nazionalismo (liberazione della regola “dell’altro”), il conservatorismo (ritorno “all’epoca d’oro”); il socialismo (il possesso comune di tutta la ricchezza), eppure la democrazia (la quale senza fondamenta spirituali adeguate s’inchina di fronte al dio della sovranità popolare).
Tuttavia, anche se le ideologie scorrono da una visione del mondo idolatrica, argomenta Koyzis, possono comunque avere qualcosa da insegnarci. Possono avere dei frammenti esposti della verità che i cristiani non hanno chiaramente visto.
Ad esempio, che cos’è che causò i cittadini tedeschi, di solito buoni e decenti, di cadere nelle attrazioni del nazionalsocialismo? O perché tanti intellettuali occidentali si sono voltati verso il comunismo, scandalizzati dalla sofferenza della Grande depressione?
Koyzis, professore in scienze politiche all’università cristiana canadese, vede comunque la fedeltà di Dio per il suo creato nonostante la distorsione delle ideologie. Persino l’ideologia più ingannevole è incapace di deformare la società umana secondo la sua immagine. Un ordine politico liberale promuovendo l’individualismo non può totalmente erodere le istituzioni di base del matrimonio e della famiglia. Nemmeno il totalitarismo è stato capace di cancellare completamente la famiglia e le lealtà altre che quelle verso lo stato.
“Per questo, dovremmo giustamente ringraziare Dio, che rispetta fedelmente il suo ordine del creato in mezzo alla nostra disubbidienza”,
Voci sparse
Se tutte le nostre ideologie esistenti hanno dei presupposti idolatrici, dove deve tenersi il cristiano? Certi cristiani si definiscono socialisti cristiani, argomentando che la scrittura ci comanda di curarsi dei poveri e degli oppressi, richiedendo quindi un agenda socialista. Altri replicano che siccome la Bibbia incoraggia la proprietà privata, l’opzione capitalista liberale è il sistema più cristiano. Altri ancora si definiscono politicamente conservativi, perché collegano la fedeltà per la fede storica con la lealtà alla tradizione in generale.
Il risultato netto è una “voce sparsa”, un Corpo di Cristo inutilmente frammentato nell’arena politica, secondo Koyzis. Prendere posizione è basato su una comprensione difettosa di ciò che le ideologie sono in realtà. Piuttosto che vederle come intrinsecamente religiose, tanti cristiani le vedono semplicemente come dei sistemi neutrali, ed ignorano le radici spirituali del capitalismo e del socialismo.
Tuttavia il cristianesimo biblico afferma innanzitutto che tutto il creato è sotto la sovranità di Dio; ma che il peccato dell’uomo, la caduta, ha viziato tutte le nostre attività – ciò che i calvinisti chiamato la depravazione totale. Il creato e la caduta hanno una portata cosmica, cosiccome la redenzione che è “il creato ritrovato.”
E questo creato ritrovato include la politica. Non possiamo semplicemente consegnare la politica in un dominio neutro, “secolare”, neppure alla sovranità del principe di questo mondo, dice Koyzis. Dobbiamo rivendicarla per Gesù Cristo.
A cosa assomiglia un approccio non idolatrico della società e della politica? Koyzis argomenta che riconoscerà la sovranità di Dio su tutta la vita. Rispetterà i diritti umani, come il liberalismo, eppure riconoscendo che tutte le opere umane sono contaminate dal peccato. Cosiccome il nazionalismo ed il credo democratico, riconosce il posto della comunità umana, ma non come una focalizzazione sovrana di lealtà.
Società civile
L’alternativa non idolatrica, argomenta Koyzis, è una specie di pluralismo. Dedica un capitolo chiave per esplorare due modelli cristiani che cercano di elevarsi sopra l’idolatria delle ideologie, una cattolica e l’altra riformata.
L’enciclica sociale Rerum Novarum (1891) pone le fondazioni per la democrazia cristiana ricercando la riconciliazione, e non la guerra, tra le classi, guidata dagli insegnamenti della chiesa. Respingeva sia il liberalismo sia il socialismo, insistendo che lo stato doveva governare per il bene comune, e rispettare le comunità sussidiarie. Questa dottrina di sussidiarietà è diventata un principio fondamentale dell’Unione europea. La società è fatta, non solo dello stato e degli individui, ma di una varietà di comunità, gruppi ed associazioni più piccoli, ognuno dovendo essere autorizzato ad avere la più grande autonomia possibile. Questo principio pluralista protegge la società civile.
Una seconda tradizione affermando il carattere pluriforme della società era stato sviluppato da calvinisti olandesi, in risposta alle ideologie generate dalla Rivoluzione francese. Groen van Prinsteren, Abraham Kuyper e Herman Dooyeweerd parlavano delle sfere di sovranità, riconoscendo che l’autorità ultima appartiene a Dio. Tutte le sovranità terrestre erano sussidiarie. La famiglia, la scuola, la piazza affari, il mondo del lavoro, le arti, e così via, sono tutte sovrane nelle loro sfere proprie, nei loro limiti fissati da Dio.
Questi approcci sono promettenti per le realtà politiche complesse del 21° secolo, suggerisce Koyzis. Evitano l’ingiustizia risultando dallo stato andando oltre il suo ruolo appropriato, dato da Dio.