Dal caos all’ordine

Luglio 23, 2018

Il quarto di una serie di progetti di capitoli per un libro da salotto illustrato e di stile popolare sul modo in cui la Bibbia ha modellato molti aspetti delle nostre vite occidentali. Il primo capitolo suggeriva che la Bibbia è la chiave per capire l’Europa. Il secondo e terzo capitolo esploravano l’influenza della Bibbia rispettivamente sull’arte e la musica occidentale, e sull’architettura e la concettualizzazione. Le vostre opinioni sono benvenute.

Svolgendosi nel Giardino dell’Eden, l’inizio dei capitoli di Genesi documenta le prime istruzioni di Dio agli esseri umani, cioè di moltiplicarsi, di essere fecondi e di prendere cura della terra.

L’incarico di mettere ordine nel caos, di nutrire la fecondità e la produttività, faceva parte del ‘mandato della creazione’ dato alla razza umana, ben prima della disubbidienza a Dio di Adamo ed Eva.

Tuttavia, la loro dolosa ribellione li alienò dal loro Creatore, dall’altro e dal loro ambiente. In qualche modo, colpì tutto il creato. Dio disse ad Adamo: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto.” (Genesi 3:17-19)

L’agricoltura ed il giardinaggio continuano nel quadro generale della storia biblica, dei patriarchi con grandi greggi, delle tribù stabilendosi nella Terra Promessa, allevando mandrie e producendo raccolte, e dei profeti che predissero correnti d’acqua nel deserto, terre inaridite diventando frutteti, deserti fiorendo come la rosa ed alberi sempreverdi, olmi e cipressi trionfando dalle terre incolte. Gesù spiegò le verità spirituali con delle storie sulle terre, sui seminatori, sui vigneti e sulle pecore.

Questa visione biblica di trasformare il caos in ordine e la sterilità in fecondità stimolò le comunità monastiche che si sparsero in Europa dai deserti egiziani. I monasteri diventarono gli elementi portanti del nuovo ordine emergendo dal crollo del Impero romano. Dall’Irlanda fino all’Armenia, queste comunità svilupparono un ritmo quotidiano di preghiera e lavoro, ora et labora. Il deserto fu trasformato in terra coltivabile, mentre i monaci costruivano delle dighe, prosciugavano le paludi e insegnavano le competenze agricole ai contadini locali, in ubbidienza al mandato della creazione di Dio. I monaci coltivavano i vigneti per il vino ed il luppolo per la birra, attività tuttora collegate con i monasteri.

I monasteri svilupparono vari tipi di giardini. Il giardino del chiostro era un giardino quadrato nel cuore del monastero, circondato dai chiostri. Il giardino del sacrestano produceva dei fiori per l’altare, a volte rispecchiando il paradiso, all’estremità dell’altare della chiesa del monastero, un luogo di bellezza ricordando il Giardino dell’Eden ormai perso. Tanti monasteri avevano anche degli orti e dei giardini d’erbe medicinali. Un celebre giardino medicinale era nutrito dalla Badessa Ildegarda di Bingen, sulle rive del fiume Reno. Lei considerava le erbe, le spezie, ed i cibi come doni di Dio per mantenere gli umani sani e pacifici.

I giardini elaborati diventeranno legati più tardi ai castelli ed alle regge. In tempi più recenti, i giardini si svilupparono in luoghi comuni nelle città, affinché tutti possano gioirne, come luoghi di bellezza, di riposo e di svago. Il giardinaggio e l’agricoltura sono delle attività uniche agli umani, rispecchiando l’immagine del Creatore ed esprimendo il mandato biblico di prendere cura del nostro pianeta.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *